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Market Spotlight: ulteriore consolidamento in vista per il settore dei consumi in Europa?

25 settembre 2022 | Blog

Market Spotlight: ulteriore consolidamento in vista per il settore dei consumi in Europa?

Dire che negli ultimi due anni il settore dei consumi ha patito le pene dell’inferno è un eufemismo: solo pochi altri settori hanno risentito così pesantemente delle vicissitudini della pandemia da COVID-19 o hanno dovuto subire mutamenti così profondi a seguito di quella crisi. Le vendite in store si sono interrotte durante i lockdown. Gli operatori dei sottosegmenti che sono riusciti a sbarcare rapidamente sulle piattaforme di e-commerce hanno resistito alla tempesta meglio di altri. 

Tuttavia, anche quando sono venute meno le restrizioni alla mobilità, si è visto che i comportamenti dei consumatori erano radicalmente cambiati, e il traffico nei negozi non è ritornato ai livelli pre-pandemia. Il 2022 è stato finora caratterizzato da ulteriori sfide, tra cui figurano i persistenti problemi che affliggono la catena di fornitura, le spinte inflazionistiche e l'aumento dei prezzi dell'energia. Visto questo contesto difficile, appare verosimile che quest’anno e nel 2023 molte  aziende che operano nel settore dei consumi faranno fatica a rimanere a galla. 

Cambio di scenari
Queste turbolenze lasciano presagire un’intensificazione delle operazioni su attività “distressed” nel settore dei consumi in Europa.  Stando a RPC, società di servizi professionali, nel secondo semestre del 2021 e nel primo trimestre del 2022 sono state completate nel Regno Unito solo due operazioni di distressed M&A. Nel secondo trimestre di quest’anno, le condizioni hanno però iniziato a cambiare in modo netto, con l’annuncio di quattro acquisizioni di retailer in difficoltà.

E per l’ultimo numero di Deal Drivers: EMEA HY 2022 , il settore dei consumi è stato quello che ha accusato le maggiori contrazioni dell’attività: il volume dei deal è sceso a 382, con un calo del 35%, mentre in termini di valore il calo è stato del 12,6%, dai 33,4 mld di euro del 2021 a 29,2 mld di euro. Si prevede che negli ultimi mesi dell’anno il settore dei consumi, dopo TMT, settore industriale e chimico, si piazzerà al terzo posto in termini di volumi dei deal. 

Sembra sempre più probabile che quest’anno e nel 2023 molte aziende che operano nel settore dei consumi faranno fatica a rimanere a galla.

Lo European Distress Index pubblicato dallo studio legale Weil, Gotshal & Manges, conferma queste fosche previsioni. Secondo l’aggiornamento dell’indice a giugno, il fenomeno del distress societario sui principali mercati europei ha toccato i massimi dall'agosto 2020, e le aziende più in difficoltà si trovano soprattutto in Germania e nel Regno Unito. Per quanto riguarda i settori, sono in particolare il retail e i beni al consumo a navigare in cattive acque a causa dei bassi livelli di investimento, della volatilità dei mercati azionari e del calo generalizzato della spesa delle famiglie per i beni voluttuari. 

Il private equity guarda con interesse l’evolversi della situazione
In una recente operazione, la catena di minimarket McColl's, dopo essere stata in amministrazione controllata, è stata acquistata dal gruppo di supermercati Morrisons, di proprietà del colosso del private equity Clayton Dubilier & Rice.

Operazioni del genere, dove attori più grandi e ben capitalizzati si appropriano di aziende di piccole e medie dimensioni, diverranno probabilmente all’ordine del giorno.  In questo boom di consolidamenti, è prevedibile che saranno soprattutto le società di PE, grazie agli ingenti capitali raccolti e non ancora investiti da parte dei fondi, a guardare con interesse gli attivi distressed. 

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